Non più solo un elemento funzionale e tecnico, ma anche una firma di stile e soprattutto una ricerca di benessere: come arredare con la luce è oggi una “missione” che deve tenere conto di numerosi fattori, per soddisfare le esigenze di un mercato che si è molto evoluto in questi anni. Per questo Campogrande Real Estate ha scelto come riferimento per i suoi clienti un’eccellenza internazionale come Visionnaire, distintasi in tutto il mondo per la sua capacità di precorrere i tempi e di associare, nell’arredamento, una tecnologia all’avanguardia e una visione artistica e decorativa. visionnaire-home.com
di Damiano Montanari
Lo conferma, Eleonore Cavalli, direttore artistico creativo di Visionnaire, azienda di “metalusso” e società benefit che definisce il proprio business come promotore di valore positivo per la comunità.
Cosa si intende per “metalusso”?
“E’ un neologismo coniato una decina di anni fa da Rebecca Robins e Manfredi Ricca, autori del libro “Meta-luxury”, pubblicato in Gran Bretagna nel 2012 e dedicato ad una nuova interpretazione di lusso contemporaneo, definito da storia, artigianalità e rarità. Accostando il prefisso derivato dal greco “meta”, si intende qualcosa che vada oltre il lusso, nel nostro caso una visione inclusiva di valori supplementari. Mantenendo e promuovendo certe capacità artigianali che altrimenti andrebbero perse, abbiamo sviluppato un valore culturale che diventa premiante nel rendere rari, se non unici, i nostri prodotti“.
In questo contesto il settore luce dove si colloca?
“Come arredare con la luce è per noi un importante settore, prima di tutto perché comunica l’unicità stilistica del nostro brand. Il benessere delle persone, dei clienti che usufruiranno dei nostri prodotti, è fondamentale“.
Campogrande Real Estate, anche nell’arredamento luce, offre ai suoi clienti riferimenti di alto livello. Quali sono oggi le maggiori tendenze nel settore?
“La luce ha avuto una evoluzione gigantesca negli ultimi anni, sia per lo sviluppo delle tecnologie, sia nel concetto della sorgente luce. Oggi non ci si limita più a considerare solo la funzione operativa, ma il discorso si è allargato anche alla capacità di creare un benessere. Questo avviene, ad esempio, integrandosi completamente con l’architettura circostante e, anzi, divenendone parte integrante. Così assieme alla funzione tecnica si diventa portatori di cultura”.
In che senso la luce è portatrice di cultura?
“Perché è capace di svelare o meno, di mettere in evidenza o meno, di creare benessere o meno. E’ in grado di veicolare contenuti che vanno anche oltre quello che la luce rappresenta in sé. Si instaura un dialogo con l’edificio e con il nucleo familiare o la persona che lo abita”.
Come dialogano oggi le parti a cui si riferisce?
“Noi abbiamo sviluppato diversi progetti. Alcuni hanno una funzione illumino-tecnica, altri una più decorativa. Nel primo caso gli elementi entrano in gioco quando si procede alla riqualificazione o alla ristrutturazione dell’edificio, mentre nel secondo questo processo avviene in un secondo momento“.
Può fare qualche esempio?
“Riferendoci a una zona destinata al pranzo e al living, ci è venuto naturale pensare a un punto luce che caratterizzasse e desse personalità allo spazio, come un vero e proprio oggetto artistico: non ci sono solo quadri alle pareti, ma anche dei punti luce. Molte volte i nostri elementi di luce decorativa sono pensati, fin dalla loro progettazione, come portatori di un messaggio di bellezza a tutto tondo. Quando sono accesi, contribuiscono a creare un mood, una atmosfera tipica del linguaggio dell’interior, mentre quando sono spenti, per le loro caratteristiche estetiche, diventano oggetti ornamentali. Dietro a soluzioni come queste c’è sempre una approfondita ricerca tecnologica“.
Essendo Campogrande Real Estate una agenzia particolarmente attenta agli immobili di maggior pregio, come i punti luce possono oggi valorizzare le dimore storiche?
“Quando si parla di come arredare con la luce, l’attenzione alle dimore storiche è imprescindibile. Parliamo di immobili che hanno in loro la potenzialità di un racconto molto ricco, fatto di testimonianze e materiali di pregio. In questi casi come azienda abbiamo lavorato sia in modo illumino-tecnico, per mettere in evidenza i dettagli architettonici della dimora, sia con una spiccata sensibilità decorativa. Nel primo caso abbiamo ad esempio utilizzato luci puntuali per evidenziare la matericità degli edifici, oppure un elemento architettonico particolare, un affresco o un altro elemento di pregio insito nella architettura dell’immobile. Nel secondo caso ci siamo invece concentrati su un dialogo molto attento e misurato con un aspetto più artistico, con l’obiettivo di ottenere armonia ed equilibrio: come arredare con la luce deve tenere sempre conto del benessere che si produce per chi abita una casa. E’ importante che si crei una sensazione di energia“.
In questo senso sarebbe una forzatura definire il punto luce come un’opera d’arte?
“Anzi, al contrario sarebbe la sua giusta collocazione, con una doverosa premessa: non tutte le luci sul mercato possono essere associate all’oggetto d’arte. E’ prima necessaria una attenta valutazione, ma l’approccio di Visionnaire al come arredare con la luce è esattamente quello. Quando le condizioni lo permettono, ci avvaliamo della collaborazione di grandi artisti e professionisti. Penso ai più importanti maestri soffiatori di Murano o ai fornitori di materiali che difficilmente si trovano sul mercato. La nostra volontà è quella di fare emergere, attraverso un linguaggio di grande contemporaneità, la capacità realizzativa dei nostri maestri artigiani”.
Un corretto utilizzo della luce rende quindi unica una casa moderna o una dimora storica?
“Esattamente. La luce serve a rendere l’unicità della casa, che diventa a immagine e somiglianza di chi ci abita“.
Seguendo questo concetto Visionnaire ha vinto un premio prestigioso.
“Sì, il Wall Paper Awards, un premio internazionale al quale concorrono migliaia di aziende. Noi siamo stati scelti per il progetto ‘Apple’, una piantana realizzata con basamento in pietra, una struttura in metallo e un piatto finale tondo che emana una luce soffusa. Il piatto è orientabile e ruota attorno a una cerniera direzionata a mano da un operatore. Assomiglia un poco a una mela, da qui la sua denominazione, e si avvale di un sistema di touch pad che regola la luce. E’ dimerabile, spostabile molto facilmente, non è pesante e molto funzionale; da vedere è un oggetto bello, pulito. E’ pensato per ambienti versatili, sia su terra ferma, vicino a piscine o all’interno di terrazze, ma anche galleggiante, per il mondo yachting. Un oggetto del genere, molto leggero e funzionale, ha una bella presenza anche a livello di completamento della stanza, una bella personalità, ed è molto originale, pur essendo molto funzionale“.
Quali tendenze nell’arredamento luce è possibile prevedere oggi?
“La proposta di Visionnaire si porterà sempre più verso un significato che vada oltre la sorgente luminosa, ma sia caratterizzante dello spazio circostante e diventi oggetto di art design: l’obiettivo è coniugare la ricerca del bello con la ricerca del benessere e una funziona terapeutica“.
(C) Riproduzione riservata